Le imprese aventi sede legale in Italia o all'estero con una stabile organizzazione in Italia avranno l’obbligo di assicurarsi contro i rischi catastrofali
Fonte immagine: Ansa
Le imprese a rischio calamità naturali saranno supportate con incentivi fino al 2024, a condizione che stipulino una polizza contro i danni da catastrofi. Questo è quanto previsto dalla bozza della legge di bilancio in tema di aiuti alle imprese legati alle calamità naturali. Nel contempo, sono partiti i ristori per le imprese turistiche danneggiate dalle alluvioni di maggio 2023.
Chi non si conformasse a questa normativa sarebbe soggetto a multe che potrebbero arrivare fino a un milione di euro.
Assicurazione contro calamità naturali: cosa prevede la Legge di Bilancio
La proposta di legge di bilancio richiede che tutte le imprese operanti sul territorio nazionale stipulino contratti assicurativi entro il 31 dicembre 2024 per coprire i danni alle loro immobilizzazioni materiali causati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi in Italia. Questa obbligazione si applica sia alle imprese con sede legale in Italia che a quelle con una stabile organizzazione nel paese, e sono tenute all’iscrizione nel Registro delle imprese.
Le calamità naturali e gli eventi catastrofali inclusi in questa copertura comprendono terremoti, alluvioni, eruzioni vulcaniche, fenomeni di bradisismo, frane, inondazioni ed esondazioni.
Le imprese che rifiutano o eludono l’obbligo di stipulare queste polizze assicurative saranno soggette a una sanzione amministrativa pecuniaria che varierà da 200 mila a un milione di euro. Inoltre, l’inadempimento a questa normativa influirà negativamente sull’accesso a contributi, sovvenzioni o agevolazioni di natura finanziaria offerti dal bilancio dello Stato, inclusi quelli previsti in caso di eventi catastrofali.
Quanto ci costano i disastri del clima
In Italia, negli ultimi anni, la crescente frequenza e intensità di eventi climatici straordinari, al di fuori dell’ordinario, sta diventando sempre più evidente. Non ci sono solo i rischi sismici da affrontare, ma anche episodi come le raffiche di vento e pioggia che hanno causato danni alle case a Milano, le inondazioni nelle Marche e in Emilia Romagna, e gli incendi che hanno devastato la Sicilia per giorni. Questa emergenza sta gradualmente diventando una problematica sistematica, e richiede risposte strutturali per la gestione e il contenimento di tali eventi.
I dati confermano questa crescente tendenza. Dal 2022 all’inizio del 2023, si è registrato un aumento del 135% degli eventi estremi. Solo nei primi cinque mesi dell’anno, sono stati segnalati 122 eventi estremi, rispetto ai 52 nello stesso periodo del 2022, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente. Questo implica un aumento significativo del costo associato a tali eventi.
Tra il 2010 e il 2020, l’Italia ha già affrontato costi per un totale di 36,5 miliardi di euro, secondo Eurostat. Inoltre, Eurostat ha notato una “chiara tendenza” di un aumento annuale del 2% nelle spese associate a questi eventi nel corso dell’ultimo decennio.
Tutto ciò rende ancora più urgente la discussione sulle polizze assicurative contro le calamità naturali, che potrebbero fornire una maggiore sicurezza economica in un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti.
Alto rischio, ma poca copertura per le abitazioni private
L’Italia, nonostante la crescente esposizione agli eventi climatici estremi e al cambiamento climatico, non ha ancora adottato un’assicurazione obbligatoria contro tali eventi. Questo è particolarmente rilevante per regioni come il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, che si collocano tra le dieci aree europee con la maggiore esposizione a eventi meteorologici estremi e ai rischi climatici previsti per il 2050, come indicato nella classifica del Global Domestic Climate Risk.
Poco più dell’80% delle abitazioni civili in Italia, che ammontano a oltre 35 milioni, si trova in aree ad alto o medio rischio. Sorprendentemente, l’Italia è, dopo la Grecia, il paese europeo con il divario più ampio tra le perdite subite a causa di calamità naturali e gli importi effettivamente coperti dalle polizze assicurative. Nel 2021, questo divario è stato stimato dall’Istat a 4,3 miliardi di euro.
In Italia, solo poco più del 5% delle abitazioni private è assicurato contro calamità naturali come terremoti o alluvioni, mentre il 44% è coperto contro gli incendi. Questo nonostante dal 1° gennaio 2018, i contribuenti che stipulano o rinnovano polizze di questo tipo possono beneficiare di una detrazione fiscale del 19% sul premio pagato. La situazione evidenzia la necessità di promuovere ulteriormente la consapevolezza sull’importanza dell’assicurazione contro i rischi climatici e di valutare misure per favorirne una più ampia adozione in un paese sempre più soggetto a eventi meteorologici estremi.
Fonte: Quifinanza.it
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