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Indagine Italia Longeva: “In condizioni di fragilità 11 mln di italiani sopra i 50 anni”



Essere tra i Paesi ai primi posti al mondo per longevità ha un’altra faccia della medaglia, almeno in Italia: la fragilità cresce più velocemente dell’aspettativa di vita. Tra il 2011 e il 2021, gli italiani sopra i cinquant’anni con fragilità lieve, moderata o severa sono infatti passati dal 26% al 40% (oltre 11 milioni di persone), con un trend di crescita costante.

A preoccupare è, in particolare, l’espansione della prevalenza di fragilità severa che si è più che raddoppiata (dall’1,4% al 3,7%), arrivando a interessare oltre un milione di over-50, soprattutto ultrasettantenni. Gli anziani affetti da fragilità severa vanno maggiormente incontro a disabilità grave e ospedalizzazioni ricorrenti, e presentano un rischio relativo di morte a un anno di 35 volte superiore rispetto a quello della popolazione senza fragilità. In crescita anche il numero di over-50 con fragilità moderata, oltre 2,5 milioni di italiani, anche in questo caso in prevalenza ultrasettantenni. Tuttavia, all’espansione della fragilità dell’ultimo decennio il sistema non ha risposto con altrettanta espansione dei servizi di assistenza domiciliare e delle cure residenziali che, sebbene in lieve crescita, sono rimasti sottopotenziati rispetto ai bisogni degli anziani, in particolar modo nelle regioni del Sud Italia.


Questi i risultati più significativi che emergono dall’indagine di Italia Longeva “Trend di fragilità e Long-term care in Italia”, una misurazione su larga scala della fragilità nella popolazione over-50, prendendo in esame oltre 8 milioni di cartelle cliniche di pazienti in carico ai medici di medicina generale tra il 2011 e il 2021 (per l’80% affetti da almeno due patologie croniche), valutati attraverso l’Indice di fragilità. Si tratta – informa una nota diffusa da Italia Longeva – del primo studio in Italia, e tra i primi in Europa, effettuato su trend di fragilità così protratti e in una popolazione tanto ampia.


Poiché è proprio dalla presenza di fragilità severa che presumibilmente scaturisce il bisogno di cure domiciliari o residenziali, l’indagine di Italia Longeva ha analizzato anche il rapporto tra il tasso di fragilità negli over-65, l’offerta regionale di posti letto nelle residenze socioassistenziali (Rsa) e i servizi di assistenza domiciliare (Adi). Il quadro che emerge è ancora una volta eterogeneo lungo la penisola: sono le Regioni del Nord (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige) insieme a Marche e Toscana ad offrire servizi di Adi o Rsa proporzionati al numero di anziani con fragilità severa residenti nella stessa Regione.

“Nel corso degli anni, ad una documentata espansione della fragilità – dato riscontrato anche in altri Paesi –, in Italia non siamo stati in grado di far corrispondere una proporzionata crescita dei servizi che offrono cure domiciliari e residenziali. Il fenomeno va stretto in una morsa, da un lato investendo in prevenzione della multimorbidità e fragilità, dall’altro, potenziando la rete della long-term care” spiega Vetrano.


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