Il fenomeno dei NEET (acronimo che in inglese significa Neither in Employment nor in Education or Training) cresce di anno in anno e l'Italia rappresenta uno dei paesi maggiormente interessato. Le percentuali del nostro Paese sono in effetti allarmanti: nel 2020 hanno toccato il 23,3% (1 su 4 ragazze rientrava in questa categoria).
I NEET rappresentano una schiera di giovani tra i 15 e i 29 anni che:
- non lavorano
- non sono alla ricerca di lavoro
- non studiano
- non sono impegnati in attività di formazione (corsi online, seminari...)
Quali sono le cause della diffusione di questo fenomeno?
Scoraggiamento: molti giovani laureati non riuscendo a trovare il lavoro dei sogni, che soddisfi a pieno i loro desideri, dopo un breve periodo di ricerca affrontano lunghi periodi di inattività perché scoraggiati;
Job mismatch: disallineamento tra le competenze offerte dai giovani e le qualifiche richieste dal mercato del lavoro;
Motivi familiari: chi non ha una famiglia alle spalle o chi ha una famiglia che non è in grado di fornire un sostegno economico sostanziale e continuativo parte da una situazione di svantaggio;
Mancanza di emancipazione dei giovani dalle famiglie: i giovani italiani escono dalla casa dei genitori mediamente a 30 anni (contro una media europea di 26) e questo ha un impatto sul percorso di autonomia sociale ed economica.
Qual è il rischio più grande che corrono i NEET?
Principalmente quello del prolungato allontanamento dal mercato del lavoro o dal sistema formativo che potrebbe comportare una maggiore difficoltà di reinserimento.
Cosa comporta questo per le aziende che ricercano risorse da inserire? Come cambieranno i processi di selezione nei prossimi anni?
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