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Previdenza complementare deducibile: cosa sapere

La previdenza integrativa gode di vari incentivi fiscali: nel momento dell'accumulo c'è la deducibilità dei contributi, ecco come funziona


La previdenza complementare in Italia gode di un trattamento fiscale agevolato su più livelli: sia nella fase dei versamenti dei contributi sia in quella di erogazione delle prestazioni. Negli ultimi mesi si è discusso di una possibile riforma le cui ambizioni in materia previdenziale, però, sembrano essersi ridimensionate ora che ci si avvicina al traguardo.


Salve (improbabili) modifiche su questo punto, uno dei principali incentivi alla previdenza integrativa, ossia alla creazione di un capitale attraverso fondi pensione o piani individuali pensionistici, rimane la deducibilità dei contribuiti dal proprio reddito imponibile. Tramite questa agevolazione fiscale, è possibile dedurre le somme versate in contribuiti previdenziali integrativi fino a un massimo di 5.164,57 euro all'anno (il tetto complessivo non cambia se si contribuisce a più di un fondo pensione o Pip).

Per chiarezza, questo vantaggio fiscale non è da confondersi con una detrazione, che riduce direttamente il peso di un'imposta, bensì di una deduzione che riduce la somma imponibile, sulla quale viene successivamente applicata l'imposta sui redditi. Il risparmio determinato dalla deduzione quindi dipenderà dal livello di reddito e, dunque, dall'aliquota Irpef applicata al contribuente.


Come spiegato nella guida rapida della Covip, la commissione di vigilanza competente, la deduzione vale anche per i versamenti effettuati anche per il fondo pensione dei familiari a carico, fermo restando l’importo complessivo di 5.164,57 euro.

La deduzione della previdenza complementare è un importante incentivo, in quanto permette di ridurre l'onere dell'Irpef in sede di dichiarazione dei redditi, che è un vantaggio che altre forme di risparmio non hanno. Se ad esempio si volesse creare un cuscinetto economico per la terza età attraverso dei normali fondi d'investimento nessun incentivo fiscale viene offerto. D'altro canto, le somme destinate a un fondo pensione, salvo eccezioni specifiche (come l'apertura di un mutuo ipotecario), possono essere recuperate solo a partire dalla maturazione dei requisiti per il pensionamento.


Cosa fare per ottenere la deduzione?

Per poter godere della deduzione fiscale sulla previdenza integrativa, se si è lavoratori dipendenti, ci si affiderà direttamente al calcolo in busta paga effettuato dal datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta. Questo ad eccezione delle contribuzioni aggiuntive, che vanno dichiarate e documentate in sede di dichiarazione dei redditi. “Nel caso in cui si versino contributi in misura superiore al limite di deducibilità previsto”, ha precisato la Covip, “si è tenuti a comunicare alla forma pensionistica complementare l’entità dei contributi versati e non dedotti entro il 31 dicembre dell’anno successivo al versamento stesso, ovvero, se antecedente, alla data in cui sorge il diritto alla prestazione, al fine di non assoggettarli a tassazione al momento dell’erogazione delle prestazioni”.


Tfr e fondo pensione: il punto sulla deducibilità

Per i lavoratori dipendenti, come noto, i contributi alla previdenza integrativa possono essere alimentati dal Trattamento di fine rapporto (Tfr). Anche in questo caso è possibile portare in deduzione tali somme? La risposta in questo caso è 'no'. Infatti, il Tfr non costituisce reddito imponibile a differenza dei contributi personali analizzati in precedenza.


fonte: https://www.we-wealth.com/news/consulenza-patrimoniale/previdenza/previdenza-complementare-deducibile-cosa-sapere?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterB2BB2C

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